giovedì 12 novembre 2009

V.M. 18

Valerio M. 18 anni

Entro in casa sua, mi aveva cercato nel pomeriggio, era la prima volta questa settimana. Sta ascoltando e cantando la sua canzone preferita “Sin la fine tu trascini la nuestra vida, sin un attimo de rrespiro na na na na mano grandes, mano sin la fine” *. Lei è in cucina che scalda il piatto e mi sorride invitandomi ad entrare: ”Hola amor, prepara el nostro cocktail intanto!”. Il nostro cocktail , alla faccia del succo alla pera! prendo il rhum e sei bicchierini, li riempio e li metto in fila sulla tavola. Arriva Maria col piatto caldo, “Adesso ci facciamo el nostro Way-coca amor!”. La taglia, la stende sul piatto e come al solito mi chiede una tessera per schiacciarla. Mi sono iscritto ad una videoteca per avere una tessera nuova e farci mettere una mia foto decente, quella che usavo prima era la tessera dell’autobus scaduta di due anni prima e ogni volta che Maria la usava mi ripeteva “che nino amor aqui!” mettendomi sempre in imbarazzo.
Sì, lei è più grande di me, avrà il doppio dei miei anni, ma io non posso smettere di pensarla. Iniziamo. Ci sono sei “spari” e sei bicchieri di rhum sopra la tavola. Un rigo, un bicchiere, un rigo, un bicchiere e così un altro ancora. Siamo fatti, entra dentro che è una meraviglia, l’euforia ci fa abbracciare e comincio a baciare Maria, la appoggio al tavolo e le alzo la sottoveste nera, lei con le sua gambe lisce e nude mi cinge la vita, stringendomi tanto da impedirmi qualsiasi movimento. Mi dice: ”Prima fammi el servizio amor, te atende al solito puesto, la rroba è in bagno”.
Non dico una parola, le do un colpetto sulla coscia come segno d’intesa, lei apre le gambe e corro in bagno, alzo quinta la mattonella della seconda fila, quella più nascosta, lontana dalla finestra e dal termosifone.
C’è la scatola di Romeo & Juliet piena di involucri contenenti cocaina già tagliata dalla mano sapiente di Maria, circa 300 grammi x 10.000 euro di valore. Ho sognato mille volte di sposare Maria, aiutarla nel lavoro e mettere via un bel gruzzolo per andare a vivere con lei ai caraibi. Mi ha parlato spesso di un mare senza alghe, dei cocktail con il vino e la frutta e delle feste che si fanno in quei posti, altro che questa vigliacca periferia ingrata! Esco dal bagno e ritorno in cucina, Maria mi dice: ”Estai atento amor” e mi mette in mano una pistola “E’ carica” aggiunge.
Non avevo mai tenuto un cannone in mano, non sapevo nemmeno dove metterlo, avevo paura che mi partisse un colpo sulle palle, così lo tengo nella tasca interna del giubbetto.
Il solito servizio consiste nell’andare al parco, sedersi sull’unica panchina non illuminata e aspettare un tizio che mi chiama con un cenno, seguirlo, scambiare i pacchi, controllarne il contenuto e tornare da Maria a fare l’amore. Non capisco il bisogno della pistola. Sono arrivato in orario, di solito il tipo è puntuale, ma oggi non si vede, aspetterò ancora dieci minuti poi andrò via, ho addosso troppa roba e si sta facendo tardi. Quando sento:”Ehi tu! mani in alto polizia!” cazzo! sono fottuto! il tipo viene verso di me con la pistola puntata, io infilo la mano nella tasca interna del bomber per togliere il cannone e buttarlo via prima che me lo veda. Come tiro fuori la pistola lo sbirro mi vede “Mettila a terra stronzo! vuoi morire? hai scelto oggi come giorno per morire? non fare scherzi ragazzino, mettila giù!” La mia mano inizia a tremare tanto che involontariamente premo il grilletto “Click!” per fortuna era scarica, ma il poliziotto non se ne accorge e d’istinto mi spara, vedo una fiamma uscire dalla sua mano e sento un gran bruciore sotto l’occhio sinistro e un sibilo fortissimo che mi rimbomba nelle orecchie. Non ho le forze, cado in ginocchio, e poi in avanti, sono a terra.
Il sangue caldo sta affogando i miei occhi, le dita dei piedi e delle mani stanno diventando di ghiaccio. In questi momenti ti dovrebbe passare tutta la vita davanti, io vedo solo Maria. Avrei voluto darle un altro bacio.
Sento la voce del poliziotto “Povero stronzo la tua puttana ti ha venduto!”, mentre mi mette una mano nel giubbetto per cercare la roba, ma io non ci credo, lei mi ama io sono il suo “amor”. Il mio cuore ha continuato a battere un altro minuto in più, solo per lei.

*scusa Gino

giovedì 5 novembre 2009

Umbria, geografie del mistero



- Umbrialibri 2009 -
Perugia, ex chiesa S. Maria della misericordia domenica 15 Novembre ore 10.30,
Presentazione del volume: "Umbria, geografie del misteto" a cura dello scrittore Giovanni Pannacci

Nel volume è stato inserito un mio racconto noir:
"La regina d'Inghilterra"

Incipit
La Regina d’Inghilterra.

Se fosse stata nella sua Liverpool, Alice Branagan, non avrebbe avuto alcuna difficoltà nel trovare la sua marca preferita, i Night shop, degli immigrati indiani, ne tenevano sempre una certa scorta.
Dove si trovava adesso, in quel mini market nel centro di Perugia, cercare una Carling Gold River era un’impresa pressoché impossibile. Davanti ai suoi occhi troneggiavano, infatti, tre marche di birra italiana, dal gusto troppo amaro per il suo palato anglosassone, svariate lattine di birra chiara tedesca troppo leggere per il suo giovane fegato inglese bisognoso d’alcool e varie bottiglie di vino, decisamente troppo care per le su tasche di studentessa Erasmus.
Si arrotolò una ciocca dei suoi biondi capelli, fingendo di controllarseli sullo specchio antitaccheggio e si avviò alla cassa mostrando solo un pacchetto di gomme da masticare.