lunedì 3 agosto 2009

LA PARTITA

Chi non ha nulla da perdere si riempe il corpo di tatuaggi. Così, come per dire "tanto peggio di così non può andare" oppure "colpiscimi pure, non puoi peggiorare la mia situazione". Tatuaggi, cicatrici, piercing. Sono un pò i segni che contraddistinguono la sofferenza, o meglio, il volerla ostentare.
In certi luoghi di questi artifici non ce n'è alcun bisogno.
Per esempio questo vecchio che da dieci minuti mi rotea davanti alla faccia con la sua testa. Non ha ancora detto una parola ma sorride mentre mi guarda con l'unico occhio aperto, il sinistro, rossissimo e l'altro semi chiuso ma con una leggera fessura dalla quale si può vedere, ogni volta che il vecchio punta il suo muso secco verso la luce, un bianco infinito, un candore d'uovo.
Apre la bocca e lo spettacolo non migliora. Mentre mastica si passa la lingua tra gli ultimi denti rimasti come pochi palazzi semidistrutti ma rimasti in piedi dopo un bombardamento.
Gli scatto una foto, non con la macchina fotografica, ma nella mia testa. Ho sempre avuto questa mania. Mi piace collezionare immagini, di posti, di persone, anche solo una parte del corpo. Gli scatto una foto e la metto nel cervello, come un armadietto, come una scrivania. Quando le “riguardo” sono diventate come le foto che si fanno alle immagini in televisione, un po’ come le opere di artista romano morto d’infarto giovane, una decina di anni prima. Morire d’infarto, non dovrebbe essere un granché.
Stavo comodamente seduto al bancone di un bar di via Settevalli.
Guardavo l’insegna “poker room” sopra la porta davanti al biliardo.
E' un miscuglio di saliva, poltiglia di arachidi e schiuma di birra quella che gli zampilla dalla bocca quando questo maledetto vecchio, si decide di parlarmi.
- ne serve di coraggio per entrare in quella sala.
Non rispondo alla sua domanda, tiro giù un sorso della mia birra e mi passo la mano sulla bocca.
- questa sera poi dicono che verrà il Pinguino a giocare. – continua il vecchio.
- È un buon giocatore? – gli chiedo rompendo il ghiaccio che al tipo però sembrava non interessare.
- Qui non si è mai visto, non lo conosce nessuno, però ha telefonato oggi, ha chiesto informazioni sul gioco ed ha riservato un posto per il cash.
Osservo gli uomini che entrano nella sala. Ci sono molti giovani. Si vestono come i professionisti che vedono in Tv il venerdì sera. Ma sono inesperti, paurosi. Quando vedono due donne il sangue gli comincia a bollire. E appena sul tavolo scende un asso, cominciano a sudare e si maledicono e sperano solo che tu gli rilanci di almeno la metà del piatto per farli scappare di corsa.

CONTINUA

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