giovedì 22 maggio 2008

Apocrifo


Il re bianco sparge neve
dalla duna più alta del deserto
i sudditi con le lingue di fuori
osservano invano i fiocchi
sciogliersi nella discesa.
Sul legno venne incisa una poesia
Il falegname l’abbracciò e poi morì.
Era un poeta che parlò alle persone
guardandole fisse negli occhi.

lunedì 19 maggio 2008

Il catalogatore di speranze


Dal soffitto cadono fogli colorati
nella cassa, al centro della stanza.
il vecchio striscia, le mani pesano
alza un foglio, ne legge il nesso
pronuncia: - amore -
con la cera lo attacca al muro
e ancora: - per l’amore così etereo,
il freddo muro è il giusto mezzo. -
solleva il secondo - danaro -
sistema il foglio nel fango
- per la ricchezza che da’ sollievo,
per l’anima che rimane a terra -
e ancora un altro - bellezza -
lasciò cadere il foglio a terra
- senza vederti potrei apprezzarti? -
ne prese un altro e mi guardò
- è tuo - mi disse
- sai quello che ne devi fare -
bruciai il foglio sopra la candela,
soffiai la cenere nell’aria
e questa fu la fine dei miei sogni.

venerdì 16 maggio 2008

I papaveri si ribellano al grano




Odio le donne oca
e gli uomini arroganti
amo i leoni che possono uccidere
ma non lo vogliono fare


l'infezione ti prende dalle dita
e per ultimo il cervello

le auto fanno rumori
fastidiosi

il ventricolo del cuore
si è bucato

escono gocce dalla pelle
sembrano papaveri
ribellarsi al grano

la mia anima nera
la riconoscono le streghe
e di notte la vengono a cercare
l'ultima volta, mi ricordo,
le ho combattute.

giovedì 15 maggio 2008

dopolavoro



Ho avuto una visione
un notaio, un operaio,
una puttana e un dottore
bevevano insieme
al bar del dopolavoro.

Io voglio stare nella merda
perché puzzo,
e non la chiamo merda
ma sangue caldo.

non mi sciolgo le dita
per suonare
a me basta così,
a chi basta il vetro
per batterci i denti
o attaccarci le pupille.

Mi farò confezionare
etichettare e spedire
mi scarteranno i bambini a Natale.
Spero che piangano.

lunedì 12 maggio 2008

Figurine



I passi avevano una voce allungata
mentre ti avvicinavi
passando dietro le mie giovani spalle
nemmeno un gesto al mio viso girato
solo i tuoi occhi fissi
poi entravi e piano chiudevi la porta
sentivo nell’altro l’assenza e le risa
e in te il suo ciondolare di spalle.
I grilli agitavano il vento
Le lucertole restavano al sole.
Poi uscivi dopo il silenzio
E con il cielo nei passi
mi attraversavi
mentre rimanevo seduto
e barattavo le carte
con un amico immaginario.

giovedì 8 maggio 2008

L'Angelo truccato



Una mattina si colorò il viso
mise oro attorno agli occhi

e celeste sulle labbra.

Di vermiglio il collo.

Lentamente si produsse in passi
diventò un geisha
ma sorrideva, senza le mani.

Raccolse un po’ di sogni
che non aveva fatto
li legò alla piuma di una rondine
vagò per giorni e poi sparì.

Fu visto in fine
in cima alla collina
con le braccia alzate
che gridava:
- sentite,
anche da qui si tocca il paradiso-